LA REALTÀ VIRTUALE IN PSICOLOGIA

Articolo della dott.ssa Ginevra R. Cardinaletti

L’utilizzo della realtà virtuale si sta affermando sempre più nell’ambito della medicina e anche della psicologia. Viene utilizzata per numerosi disturbi della sfera psicologica tra cui il disturbo post-trumatico da stress, i disturbi dell’alimentazione, il disturbo da ansia sociale e le fobie (in particolare la paura di guidare, la paura di volare, l’agorafobia e la claustrofobia).

COME FUNZIONA LA VR IN PSICOLOGIA
Nel caso delle fobie, la VR permette di utilizzare tecniche psicologiche basate sull’esposizione in un ambiente protetto e controllato, quindi più confortevole per il paziente.
Nel disturbo post-traumatico da stress è possibile ricreare l’esperienza del trauma ricostruendone una memoria corretta e non distorta o frammentata. Nel caso dell’ansia e dello stress è possibile sia far vivere virtualmente delle situazioni per favorire la desensibilizzazione, sia far immergere il paziente in un ambiente che favorisca la tranquillità per praticare la mindfulness.

I VANTAGGI DELLA VR IN PSICOLOGIA
Il vantaggio principale è quello di permettere al paziente di esporsi gradualmente a situazioni che gli provocano ansia e paura in modo sicuro, protetto e graduale. Inoltre, nel caso delle tecniche di meditazione e mindfulness, è possibile ricreare un ambiente immersivo che coinvolga anche la vista anziché basarsi solo sull’immaginazione e la visualizzazione mentale.

LIMITI DELLA VR IN PSICOLOGIA
L’utilizzo della realtà virtuale in psicologia non può essere visto come sostitutivo di un percorso psicologico, ma deve essere utilizzato come strumento complementare a quello del colloquio psicologico e delle altre tecniche utilizzate nei vari approcci psicologici. Va inoltre sempre rispettata l’inclinazione e la preferenza del paziente che non sempre è favorevole all’utilizzo di mezzi tecnologici.

COME SI USA IN PRATICA LA VR IN PSICOLOGIA
L’utilizzo è molto semplice e può essere fatto nello stesso ambiente in cui il paziente si reca per i colloqui psicologici, come per esempio lo studio dello psicologo. Il paziente indossa un visore VR in cui il professionista ha caricato un video appositamente scelto per il suo caso. Il paziente può stare in piedi o seduto: la posizione in piedi consente una maggiore libertà di movimento e quindi una completa fruizione del video a 360°, mentre la posizione seduta è preferibile per chi si sente meno sicuro e ha paura di perdere l’equilibrio. L’utilizzo del visore VR permette di muoversi e interagire con l’ambiente visualizzato nello schermo. È fondamentale la presenza attenta e costante del professionista perché il paziente non può vedere l’ambiente reale circostante.

LA MIA ESPERIENZA: UN ESEMPIO PRATICO
Io personalmente ho visionato e provato video VR creati ad hoc per diversi tipi di disturbi psicologici, che permettono di immergersi in situazioni “reali” ma restando in un ambiente protetto.Inoltre utilizzo i video VR per la mindfulness, utili per il rilassamento e la gestione di ansia e stress. Con questi video è possibile immergersi in ambienti che favoriscono la tranquillità, come per esempio un posto di mare o di montagna, percependone non solo i suoni e le immagini, ma anche potendo muovere lo sguardo e il corpo all’interno di essi.